Consiglio di Stato, sez. III, 21.09.2018 n. 5489
Su di un piano generale, l’accordo quadro (art. 54 d.lgs. n. 50/2016), per sua natura, è connotato in senso trilatero, concorrendo a comporne la struttura soggettiva, da un lato, l’Amministrazione stipulante e l’impresa offerente, dall’altro lato, i soggetti pubblici beneficiari della fornitura da esso contemplata e dai quali promanano, nella fase esecutiva dell’accordo, i cd. ordinativi di acquisto: ebbene, se l’accordo quadro può considerarsi “rigido”, per quanto riguarda i soggetti stipulanti, a diversa conclusione deve pervenirsi con riferimento ai beneficiari della fornitura da esso veicolata, la cui individuazione attiene alle finalità dell’accordo quadro e, in quanto tale, è suscettibile di subire modifiche durante il periodo di efficacia dello stesso (entro i limiti, essenzialmente quantitativi, di cui si dirà infra), senza che ne risulti tradita o depotenziata l’originaria matrice concorrenziale, insita nelle regole di trasparenza e par condicio che ne hanno contrassegnato il procedimento di aggiudicazione.
Tale conclusione vale, in primo luogo ed a fortiori, laddove l’incremento dei soggetti beneficiari della fornitura convogliata dall’accordo quadro non determini lo sforamento del volume prestazionale indicato negli atti di gara; ma a non diversa conclusione, sebbene subordinatamente alla verifica del rispetto delle specifiche condizioni contemplate dalle pertinenti disposizioni, deve pervenirsi con riguardo all’ipotesi in cui l’ampliamento soggettivo della fornitura disciplinata dall’accordo quadro si traduca nel suo allargamento dimensionale. (…)
Come si è detto, infatti, la platea dei soggetti beneficiari dell’accordo quadro non attiene alla sua (immodificabile) struttura soggettiva, ma alla sfera finalistica del suddetto strumento contrattuale: sì che la stessa si presta naturalmente ad essere adattata (eventualmente in chiave integrativa) alle sopravvenute esigenze dell’Amministrazione, assumendo rilievo, al fine di verificare il rispetto dei limiti della variante contrattuale ed in base alla disciplina vigente ratione temporis, la sola necessità di non superare il quinto del prezzo contrattuale complessivo originario (art. 106 d.lgs. n. 50/2016).
RISORSE CORRELATE
- Accordo quadro - Contratti attuativi - Modifica rilevante del quantitativo stimato - Rifiuto di stipula - Legittimità (art. 54 d.lgs. 50/2016)
- Accordo quadro - Verifica di anomalia - Costo approssimativo della manodopera - Sufficienza (art. 54 , art. 97 d.lgs. n. 50/2016)
- Accordo quadro - Imprescindibile la fissazione dell'importo massimo - Contratti esecutivi - Attivazione in base alle esigenze dell'amministrazione (art. 54 d.lgs. n. 50/2016)
- Accordo quadro : natura e funzione (art. 54 d.lgs. n. 50/2016)
- Chiarimenti in merito al quinto d'obbligo e modifiche al contratto
- Quinto d'obbligo - Applicazione solo nei casi espressamente previsti e di stretta interpretazione - Circostanze imprevedibili e sopravvenute in fase di esecuzione (art. 106 d.lgs. n. 50/2016)
- Quinto d'obbligo - Presuppone che l’esigenza di aumento o diminuzione delle prestazioni emerga in corso di esecuzione - Non è utilizzabile prima della stipulazione del contratto (art. 106 d.lgs. n. 50/2016)
- Quinto d’obbligo - Non si computa per il calcolo del valore stimato dell’appalto - Non rientra tra opzioni o rinnovi - Richiamo nella lex specialis - Irrilevanza (art. 35 , art. 106 d.lgs. n. 50/2016)
- Proroga entro il quinto d'obbligo - Importo - Va computato nel valore stimato dell'appalto (art. 35 , art. 106 d.lgs. n. 50/2016)
- Accordo quadro – Clausola di adesione - Prestazioni chieste da amministrazioni non firmatarie – Quantità della prestazione – Compatibilità con la disciplina comunitaria – Rimessione alla Corte di Giustizia UE (art. 59 d.lgs. n. 163/2006 - art. 54 d.lgs. n. 50/2016)
- Art. 54, (Accordi quadro)