Con l’entrata in vigore del nuovo codice, l’aggiudicazione provvisoria è stata sostituita dalla “proposta di aggiudicazione”, di cui all’art. 33 del d. lgs. 18 aprile 2016, n. 50: non di meno, in prima approssimazione, si possono richiamare gli orientamenti giurisprudenziali formatisi sull’atto di aggiudicazione provvisoria, cui si riferiva il previgente codice degli appalti.
Ciò vale anzitutto per la tesi, del tutto condivisibile, per cui l’aggiudicazione provvisoria, facendo nascere in capo all’interessato solo una mera aspettativa alla definizione positiva del procedimento stesso, non è individuabile come provvedimento conclusivo della procedura di evidenza pubblica, avendo, per sua natura, un’efficacia destinata ad essere superata: per cui, ai fini della suo ritiro non vi è obbligo di avviso di avvio del procedimento (così, da ultimo C.d.S., III, 5 ottobre 2016, n. 4107).
Così, nelle gare pubbliche, “la possibilità che all’aggiudicazione provvisoria della gara d’appalto non segua quella definitiva è un evento del tutto fisiologico, disciplinato dagli artt. 11 comma 11, 12 e 48, d.lg. 12 aprile 2006, n. 163, inidoneo di per sé a ingenerare qualunque affidamento tutelabile con conseguente obbligo risarcitorio” (C.d.S., V, 21 aprile 2016, n. 1600); per lo stesso motivo, “non è richiesto un particolare onere motivazionale a sostegno della revoca del procedimento, mentre dopo l’aggiudicazione definitiva e prima della stipula del contratto, la revoca è pur sempre possibile, salvo un particolare e più aggravato onere motivazionale” (T.A.R. Lazio, II, 5 settembre 2016, n. 9543).
Ne segue che il ritiro dell’aggiudicazione provvisoria può essere censurato, oltre che per violazione della norma di legge eventualmente invocata dalla Stazione appaltante a fondamento della sua decisione, soltanto in caso di manifesta illogicità o irrazionalità della scelta amministrativa compiuta: e ciò vale anche per il caso che tale decisione trovi il proprio fondamento, come nel caso, nel bando di gara, giacché è pur sempre la stessa aspettativa transitoria a chiedere tutela.
RISORSE CORRELATE
- Proposta di aggiudicazione - Approvazione dei verbali di gara e della proposta - Aggiudicazione - Differenza - Impugnabilità
- Proposta di aggiudicazione, approvazione della proposta ed aggiudicazione - Differenza - Interesse all' impugnazione (art. 32 d.lgs. n. 50/2016)
- Revoca dell'aggiudicazione - Comunicazione di avvio del procedimento - Non occorre - Motivazione attenuata (art. 32 d.lgs. n. 50/2016)
- Revoca della gara - Sopravvenute difficoltà finanziarie della Stazione Appaltante - Legittimità (art. 32 d.lgs. n. 50/2016)
- Proposta di aggiudicazione - Silenzio approvazione della Stazione Appaltante - Non comporta aggiudicazione automatica - Esclusione successiva del concorrente - Legittimità (art. 32 d.lgs. n. 50/2016)
- Revoca della gara per sopravvenute difficoltà economiche della Stazione Appaltante - Aggiudicatario - Indennizzo - Non configurabile (art. 32 d.lgs. n. 50/2016)
- Proposta di aggiudicazione - Verifica requisiti - Efficacia dell'aggiudicazione - Decorrenza termini di impugnazione (art. 32 , art. 33 , art. 76 d.lgs. n. 50/2016)
- Facoltà di non aggiudicazione - Annullamento della gara - Caducazione del contratto - Responsabilità pre-contrattuale - Risarcimento (art. 32 , art. 95 d.lgs. n. 50/2016)
- Proposta di aggiudicazione ed aggiudicazione: differenza ed efficacia
- Revoca dell’aggiudicazione per carenza originaria o sopravvenuta della copertura finanziaria - Modalità - Risarcimento del danno: presupposti (art. 32 d.lgs. n. 50/2016)
- Revoca dell'aggiudicazione provvisoria: è necessaria la comunicazione di avvio del procedimento da parte della stazione appaltante?
- Art. 33, (Controlli sugli atti delle procedure di affidamento)