Decreto Legge 8 aprile 2020, convertito con modificazioni dalla Legge 5 giugno 2020 n. 40 – Inserimento di nuove attività nella lista dei settori di maggior rischio di infitrazione mafiosa negli appalti di lavori.
Il Ministero dell’Interno, con la circolare n. 11001/119/12(5)IV parte del 28 luglio 2020, ha comunicato che l’art. 4 bis del decreto legge 8 aprile 2020, convertito con modificazioni dalla legge 5 giugno 2020 n. 40, ha variato l’elenco di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori operanti in settori sensibili non soggetti a rischio di infiltrazione mafiosa, in modo da rendere più penetranti i controlli antimafia negli appalti relativi ai settori economici più attrattivi per la criminalità organizzata.
Con l’obiettivo delle recenti modifiche normative tese a rafforzare l’attività di prevenzione contro le aggressioni criminali all’economia legale, si è proceduto alla rimodulazione e all’ampliamento dei settori di attività considerati “sensibili” nei quali si articola ciascuna white list tenuta da ogni Prefettura, che contiene l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori che operano in certi settori e non considerati soggetti economici a rischio di infiltrazione mafiosa.
Con l’anzidetta circolare ministeriale, sono state diramate le indicazioni operative per adeguare le white list alle innovazioni introdotte dal decreto legge n. 23/2020 (convertito dalla legge 401/2020), che ha individuato nuove attività a maggior rischio di infiltrazione mafiosa: servizi funerari e cimiteriali, ristorazione, gestione delle mense, catering e servizi ambientali.
Si fa presente che in quest’ultima categoria confluiscono le attività già previste di trasporto di materiali a discarica per conto terzi, nonché di trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi, trasporto sia nazionale che transfrontaliero, anche se svolto per conto di terzi, di raccolta, trasporto (sia nazionale che transfrontaliero, anche se svolto per conto di terzi), trattamento e smaltimento dei rifiuti, le attività di risanamento, bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti.
Al riguardo si rappresenta che questa Prefettura sta procedendo alla modifica dei modelli pubblicati sul sito istituzionale che le imprese possono utilizzare per la presentazione delle istanze in argomento, indicando i nuovi settori nei quali si articolano le white list.
Rendere più penetranti i controlli antimafia negli appalti relativi ai settori economici più attrattivi per la criminalità organizzata.
È l’obiettivo delle modifiche normative apportate di recente per rafforzare l’attività di prevenzione contro le aggressioni criminali all’economia legale: si tratta di una rimodulazione e un ampliamento dei settori di attività considerati “sensibili” nei quali si articola ciascuna white list tenuta da ogni prefettura.
Questa ultima contiene l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori che operano in certi settori e che, a seguito degli accertamenti effettuati preliminarmente all’iscrizione e ai controlli che seguono, non sono considerati soggetti economici a rischio di infiltrazione mafiosa.
Con una circolare ai prefetti il Viminale fornisce ora le indicazioni operative per adeguare le white list alle innovazioni introdotte dal decreto legge n. 23/2020 (convertito dalla legge n.401/2020), che ha individuato nuove attività a maggior rischio di infiltrazione mafiosa: servizi funerari e cimiteriali, ristorazione, gestione delle mense e catering, servizi ambientali.
In quest’ultima categoria, spiega la circolare, confluiscono le attività gia previste di trasporto di materiali a discarica per conto terzi, di trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto terzi, e sono ora ricomprese raccolta, trasporto (sia nazionale che transfrontaliero, anche se svolto per conto di terzi), trattamento e smaltimento dei rifiuti, risanamento, bonifica e gli altri servizi connessi alla gestione dei rifiuti.
Alla circolare è allegato lo schema per adeguare l’articolazione dell’elenco. Anche i modelli per le domande di iscrizione alle white list da parte delle imprese dovranno essere modificati di conseguenza.
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