Il Consiglio dei Ministri in data 03.03.2016 ha approvato in via preliminare il nuovo Codice.
(Testo del Nuovo Codice Appalti bollinato dalla RGS.pdf)
(Testo del Nuovo Codice Appalti approvato in CDM.pdf)
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Come previsto dalla legge delega del 28 gennaio 2016, n. 11, approvata dalle Camere il 14 gennaio 2016, il Governo recepisce in un unico decreto le direttive appalti pubblici e concessioni e riordina la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione.
Il Ministro Del Rio ha sottolineato che si tratta di «una corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni finalmente all’altezza di un grande Paese europeo. Semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione, e qualità sono gli elementi chiave». «Si passa dal vecchio Codice da 660 articoli e 1500 commi a 217 articoli e quindi c’è una grandissima semplificazione».
Tra le principali novità illustrate in sintesi dal Ministro – e sulle quali verrà fornita ampia panoramica nei prossimi aggiornamenti – vi sono:
Stop alle gare al massimo ribasso:
«Basta alle gare al massimo ribasso, la scelta coniuga prezzo e qualità».Trasferimento del rischio delle concessioni ai privati:
«Il tema delle concessioni per la prima volta è stato normato per legge e si stabilisce che il rischio operativo deve essere in carico al privato che non deve essere in grado di rientrare negli investimenti. Lo Stato non è obbligato al riequilibrio per forza». «Sembra banale, ma è una rivoluzione».Contrasto alla corruzione:
secondo Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione, il nuovo Codice «rappresenta una piccola rivoluzione copernicana nel sistema degli appalti nel nostro paese». «Da sola una legge non è in grado di risolvere i problemi e anche questa legge non avrà un effetto salvifico ma alcune novità la porta, anche nel provare a evitare uno dei rischi principale degli appalti, il rischio di corruzione».Ricordiamo che il contenuto del Codice e degli allegati potrà subire ulteriori modifiche.
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